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A destra, la pittrice Lenka Vassallo |
Il Novecento è finito e ciò che ieri era “avanguardia”, nel Pensiero e
nell’Arte, oggi è passatismo. Nella ricerca di un nuovo linguaggio per l’arte
si fa strada il ritorno al figurativo, che non esclude dai suoi orizzonti
ideali di bellezza e finalità di elevazione. Non pochi paesi, soprattutto
quelli anglosassoni, hanno già intrapreso questa strada, mentre in Italia siamo
in ritardo. Un ritardo preoccupante perché il nostro Paese, patria storica
dell’arte figurativa, ha le carte migliori per riconquistare il primato in
questo campo. E ad un primato culturale corrispondono sempre risvolti economici
consistenti. (Miriam Pastorino,
presidente Voltar Pagina)
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Un particolare della mostra |
Un
gruppo di artisti diversi per scelte tematiche e stilistiche si confronta sul
terreno della cultura figurativa. A guidarli, la ricerca della continuità della
visione e compiutezza della forma. L’appellarsi a tecniche tradizionali non
equivale ad una rinuncia di futuro in virtù di sterili retrospettive, ma
risponde semplicemente ad un istinto creativo che le pratiche artistiche
consolidate riescono, ancora, a tradurre in immagine. La figurazione dunque,
oltre ogni banale dissolvimento e frammentazione quali vuoti e illusori
pretesti di modernità. (Lorena Gava,
critico e storico d’arte)
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Altro particolare della mostra |
Il
rilancio del figurativo è legato alla possibilità di trovare uno sbocco
commerciale, soprattutto per favorirne la diffusione. Se un tempo a dettare il
gusto erano la nobiltà e la Chiesa, oggi l’architetto può giocare un
ruolo importante nella formazione d’una nuova committenza indirizzata al
figurativo contemporaneo, restituendo a questa forma d'arte una collocazione formale nella cultura visiva contemporanea. (Claudio Vella, architetto)